Analisi tattica: Lecce a trazione esterna, con esterni rapidi e continui cambi di ritmo sugli out a cercare cross e seconde palle, e un riferimento centrale alternato nel corso della gara. La squadra di casa ha scelto un 4-3-3 fluido, trasformato spesso in 4-2-3-1 per alzare pressione e densità sulla trequarti, accumulando corner e situazioni da palla inattiva. Verona ha risposto con assetto più prudente, baricentro medio-basso e linee compatte in un 3-4-2-1 che senza palla diventava 5-4-1, puntando sulle ripartenze di Belghali e sulle giocate di Orban prima e Sarr poi. La partita è stata una sfida di pazienza e dettagli: Lecce ha provato a sfondare sulle fasce e innescare gli inserimenti, Verona ha protetto l’area e ha scelto di colpire in transizione, reggendo l’urto grazie alle uscite di Montipò e alla fisicità dei centrali. Nel finale le rotazioni hanno tenuto alto il ritmo, ma gli equilibri non si sono spezzati.
Momenti chiave: Subito brividi al 6’, quando Banda trova lo spazio in area e Montipò salva di istinto; al 19’ risponde Belghali con un destro a giro che sfiora il palo. Il duello tra attaccanti e portieri si accende: al 24’ ancora Banda esalta Montipò con un missile sotto la traversa, al 29’ Falcone risponde dall’altra parte respingendo la conclusione velenosa di Orban. Nella ripresa Stulic impegna Montipò al 65’, poi al 69’ Falcone blocca il sinistro di Belghali; al 76’ Frese di testa non inquadra la porta da buona posizione. All’80’ il VAR conferma la decisione di campo: niente rigore per il Lecce dopo un contatto in area, episodio che accende il finale. Tra l’83’ e l’85’ doppio intervento decisivo di Montipò su Pierotti e Sottil, mentre nei minuti di recupero la pressione salentina non trova sbocchi nonostante i cross di Camarda e l’energia di Kaba.
Statistiche principali: Il computo dei tiri racconta l’inerzia del match: Lecce 6, Verona 3; nello specchio 3-1 per i padroni di casa, ma senza sfondare. Possesso palla a favore del Lecce (55% a 45%), indice di una manovra più continua e di una presenza costante nella metà campo avversaria. Calci d’angolo: Lecce 7, Verona 2, a conferma della spinta laterale dei giallorossi e della scelta scaligera di proteggere l’area. Capitolo disciplina: nessun rosso, ma nervi tesi con 5 ammonizioni totali (Lecce 1, Verona 4) a fotografare un confronto combattuto su ogni duello. Numeri che spiegano uno 0-0 ricco di fiammate e di grandi parate.
Migliori in campo: Lorenzo Montipò è il protagonista assoluto del Verona: interventi d’istinto, letture pulite sulle palle alte e leadership nei momenti caldi, soprattutto nel finale. Wladimiro Falcone gli risponde con autorevolezza: due parate pesanti, sicurezza nelle uscite e gestione dei tempi della transizione. Nel Lecce spiccano anche Lameck Banda per strappi e iniziative che hanno creato superiorità, e Antonino Gallo per continuità, intensità e qualità nella spinta. Nel Verona, Rafik Belghali è l’uomo più pericoloso tra le linee: dribbling, conclusioni e la sensazione costante di poter accendere la ripartenza giusta.
Sintesi finale: Finisce 0-0, ma non è uno 0-0 qualunque: ritmo alto, episodi e due portieri in versione saracinesca. Il Lecce ha costruito abbastanza per meritare il gol, ma è mancata lucidità nell’ultimo passaggio e un pizzico di cinismo sotto porta. Il Verona porta via un punto prezioso con una prova difensiva matura e la solidità del suo portiere, confermando un’identità pragmatica e resistente. In chiave campionato, il pari muove la classifica di entrambe: Lecce che può ripartire dalle certezze di gioco, Verona che consolida la sua struttura in vista della volata. Un punto a testa e tanto spettacolo in campo.





















