Analisi tattica: Moduli, stile e strategie
La Fiorentina parte con un impianto propositivo, ampiezza garantita dagli esterni e doppia punta di peso nella prima frazione, poi ridisegnata con tre cambi all’intervallo per alzare ritmo e pressione. Il baricentro viola resta alto e il possesso (60-40) racconta di una squadra che cerca di far girare il pallone, riempire l’area e martellare sui cross per Dzeko prima e Piccoli poi, con Kean a lavorare in profondità. Il Lecce di Eusebio Di Francesco si dispone in un 4-3-3 compatto e verticale, catena di destra ispirata con Tete Morente e Berisha a trovare linee tra le linee e tagli negli half-spaces. La strategia salentina è chiara: densità centrale, raddoppi sulle corsie, transizioni rapide verso le ali, colpi secchi e chirurgici. Nel finale, con il forcing viola, gli ospiti si chiudono a fisarmonica e difendono bassi, affidandosi alle mani sicure di Falcone e alla lucidità nei ribaltamenti.
Momenti chiave: tra lampi e colpi di scena
Il gol partita arriva al 23’: Tete Morente pennella dalla destra e Medon Berisha taglia sul primo palo, piazzando di sinistro alla sinistra di de Gea per lo 0-1. De Gea tiene in piedi la Fiorentina con due interventi pesanti su Ramadani (26’) e Lameck Banda (27’), mentre Falcone risponde da campione sul colpo di testa di Dzeko al 37’. A ridosso dell’intervallo Ranieri spreca di un soffio di testa, preludio a una ripresa tutta d’assalto con chance per Gudmundsson (72’) e Kean (78’), murate ancora dal portiere giallorosso. All’84’ Rapuano indica il dischetto per un contatto in area su iniziativa viola, ma dopo on field review al VAR torna sui suoi passi e annulla tra le proteste del Franchi. Nel recupero succede di tutto tra falli tattici e ripartenze spente: il Lecce regge l’urto fino al 90+7’, blindando tre punti d’oro.
Statistiche principali: numeri e tendenze
Il possesso premia la Fiorentina: 60% contro il 40% del Lecce, ma l’incisività è ospite. Tiri totali: 14-11 per i viola; nello specchio 5-5, con Falcone e de Gea entrambi protagonisti tra i pali. Calci d’angolo: 6 Lecce, 4 Fiorentina, coerenti con l’avvio intraprendente dei salentini e il forcing finale viola. Cartellini: Fiorentina 4 gialli (Nicolussi Caviglia, Fagioli, Kean, Ranieri), Lecce 1 (Danilo Veiga); nessun rosso. La giocata che sposta l’inerzia? L’annullamento del rigore all’88’: episodio che cementa la solidità mentale del Lecce e affievolisce l’assalto viola.
Migliori in campo: chi ha fatto la differenza
Wladimiro Falcone è l’uomo copertina del Lecce: riflessi su Dzeko, solidità alta e uscite pulite nei momenti di massima pressione, leadership tranquilla fino all’ultimo pallone. Medon Berisha firma il gol e lavora tra le linee con intelligenza, dando respiro e qualità ad ogni ripartenza. Per la Fiorentina spicca David de Gea: due parate ad alto coefficiente di difficoltà tengono viva la gara e mantengono lo scarto minimo, oltre a una gestione sicura del traffico in area. Menzione per Dodo, continuo nell’alzare la catena destra e nel creare superiorità, e per Kean, generoso nel movimento nonostante un paio di esecuzioni difettose.
Sintesi finale: risultato e prospettive
Fiorentina-Lecce finisce 0-1, decisa dal tocco d’autore di Berisha e dalle mani di Falcone, con il VAR a ribaltare l’episodio cardine nel finale. La Viola costruisce, spinge e ci crede, ma paga imprecisione nell’ultimo passaggio e una serata da saracinesca del portiere avversario. Il Lecce porta via un successo di spessore: organizzazione, compattezza e cinismo, tre parole d’ordine che fanno la differenza in trasferta. Spunto per il campionato: i salentini confermano di saper soffrire e colpire, la Fiorentina dovrà trasformare il possesso in sostanza per non disperdere il proprio potenziale.
Tre punti al Lecce e tanto cuore in campo.





















